“Se molte formiche
si mettono assieme
spostano anche l’elefante”
(Proverbio africano)
Cittadini del Mondo
Buon pomeriggio Cittadini del BepositiveClaudiaSun,
Oggi sottolineo la parola “Cittadini”, sapete bene quanto fin da subito abbia utilizzato tale termine per abbracciare l’intera comunità.
Una comunità include molte forme, dimensioni, colori e luoghi.
La comunità non è solamente la gente che vi è in essa.
È qualcosa che va al di là dei suoi componenti.
Una comunità può avere dei membri che ha deciso di spostarsi temporalmente in un altro posto e viverci.
La comunità può non avere un posto fisico, ma bensì essere rappresentata dall’essere individui con valori comuni.
La comunità da me viene intesa come possibilità, nessuno ne è proprietario, ma a disposizione di tutti, aperto a tutti, per condividere, esplorare e conoscere.
Ma questo può avvenire solo se ci si impegna per attivarla perché diventi centro per attingere occasioni e possibilità.
L’importanza di far parte di una comunità non è inattaccabile, penso sia necessario proteggerla, credendoci alimentando le sue risorse.
Quale è il dono della comunità nell’attuale società del consumismo, egocentrismo e dell’apparenza?
Ho la risposta! Incontrare nel proprio cammino persone come Fabrizio.
Sono ben lieta di poter parlare della realtà, della comunità creata da Fabrizio, un giovane sardo, partito nel 1999 in Kenya, per essere d’aiuto e sentirsi parte integrante della comunità. Si, un vero Cittadino del BePositive! È andato più volte in Kenya, anche vivendo e lavorando lì, così rientrato a Cagliari ha pensato di continuare a dare il suo aiuto. Come?
Dando vita nel 2015, insieme ad altri amici, Monica, Andrea e Francesco, al progetto Renascence, presso la città di Nanyuki, a 200 km a Nord dalla capitale Nairobi, destinando ai giovani tutto il supporto e gli strumenti necessari per accompagnarli nel loro percorso di crescita.
Operando per trasformare ogni momento in un’occasione educativa e per garantirgli una vita migliore.
Impegnandosi quotidianamente nell’aiutare giovani che vivono in situazioni di disagio, trascorrendo le giornate per strada perché quella è la loro “casa”.
Fabrizio e il suo team offrono vitto, alloggio ed istruzione, sostenendoli durante l’anno nell’acquisto del materiale scolastico, della divisa scolastica e dell’abbigliamento.
Il loro obiettivo è quello di iscrivere i bambini e i ragazzi in una delle scuole presenti in città.
Ci possono essere difficoltà per altri ragazzi il cui inserimento in una scuola potrebbe essere più difficoltoso dunque sono previste due alternative: la prima far frequentare dei corsi di avviamento professionale presso politecnici, garantendo il vitto e l’alloggio; la seconda opportunità è indirizzata all’acquisizione di un mestiere artigianale. Inoltre tutti i ragazzi sono coperti da cure mediche e seguiti dalla presenza costante di un assistente sociale.
La comunità ha da qualche anno preso dimora nella Yourep Home, una proprietà di 450 metri quadri, in affitto, ospitante (in questo momento) dodici ragazzi, più altri due seguiti fuori casa. Il bambino più piccolo ha 6 anni e il più grande ventun anni.
La Yourep Home è costituita da due dormitori separati, uno maschile e uno femminile, una sala da pranzo, un ufficio, una cucina con dispensa, funi per stendere il bucato e infine bagni e docce. All’esterno un giardino per poter trascorrere le giornate di gioco e di divertimento per tutti.
Fuori dalla proprietà si trova l’insegna di fianco al cancello d’ingresso, così da essere punto di riferimento soprattutto per i bambini in cerca di assistenza.
La finalità è quella di accogliere e aggregare bambini, preadolescenti, adolescenti e giovani in uno spazio garantendo cibo, acqua, una dimora, assistenza educativa e medica.
Focalizzando l’attenzione verso finalità educative che promuova processi di crescita, di scambio, di relazione, di partecipazione ed integrazione.
Così sviluppando strategie socializzanti capaci di sviluppare un senso positivo di appartenenza alla comunità. Nello stesso tempo i ragazzi dovranno lasciarsi guidare e trovare il coraggio di “essere cittadini del mondo”.
Per loro la libertà sembrerà tutto, ma capiranno che ci vuole anche cautela, forza di volontà per affrontare la vita, non sentirsi soli, e forza per rialzarsi nei momenti di sbandamento.
Perché vi ho parlato di questo meraviglioso progetto?
Perché penso quanto oggi sia necessario e sia fondamentale guardare oltre, non fermarsi a guardare dietro il vetro di una finestra, ma distinguersi per Essere Cittadini del Mondo. Cittadini del Pianeta.
Non è importante il luogo dove si sta, perché sarebbe più semplice osservare la piccola realtà ma se ci affacciamo oltre la nostra finestra, possiamo essere d’aiuto a un nostro “fratello/sorella”.
Il BePositive è uscire dall’IO per parlare del Noi.
Il Noi, composto da tre lettere ma arricchito da milioni di persone.
Un concentrato di Vite nella parola Noi!
Vi consiglio Cittadini di andare a far visita al sito e supportare questa realtà:
www.yourep.org o nella pagina Facebook Youth Recovery Programme
Il BePositive: #Ricostruiamo il mondo
Grazie
ClaudiaSun